la forza delle parole di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con
MASSIMILIANO GERACI e MARCELLO MORDINO
musiche eseguite dal vivo da
Riccardo Serradifalco, Dario Sulis, Diego Spitaleri, Tommaso Chirco
Regia di Alfio Scuderi
Questa serata omaggio, immaginata per le Orestiadi n°43, nasce dal bisogno di ricordare, celebrare, raccontare oggi un grandissimo artista come Giorgio Gaber, in un momento di grande confusione sociale e di crisi civico-culturale, in cui mancano sempre più i punti di riferimento, spunti di riflessione, in cui spesso mancano le parole o avvolte risultano inutili.
Gaber ci ha lasciato un grande patrimonio: il suo teatro canzone, le sue riflessioni musicali e teatrali, sempre acute e taglienti, la sua visione della politica, dell’Italia, della gente, del mondo, parole che risuonano oggi in scena sempre molto attuali.
Per questo abbiamo pensato di ricordarlo oggi con la speranza di trasmettere un po’ del suo pensiero, della sua poetica, anche alle nuove generazioni.
Uno spettacolo che scorre tra letture, ricordi, monologhi e tante canzoni, un momento per continuare a sorridere e pensare, come Gaber ci ha sempre insegnato fare con il suo teatro musicale.
Così che gli attori convolti, Marcello Mordino e Massimilano Geraci, a fianco dei musicisti, Riccardo Serradifalco, Dario Sulis, Diego Spitaleri, Tommaso Chirco, reinterpreteranno alcuni dei suoi successi scelti per l’occasione, ricordando l’artista e il suo stile inconfondibile. Per questo abbiamo scelto, facendoci guidare dalla forza delle parole che risuonano oggi più attuali, alcuni dei suoi testi per noi maggiormente necessari da “Sogno in due tempi” a “Mi fa male il mondo”, da “Secondo me gli Italiani” a “Gli inutili”, per chiudere con “Le elezioni” e “La democrazia”.
...io mi ricordo che qualche tempo fa, si parlava, si parlava si parlava coi comp... con gli amici, si parlava nelle case, ma anche fuori, nelle piazze, si discuteva, si discuteva di tutto, il mondo, la politica la vita, i fatti personali, insomma si parlava. Anche troppo. Poi di colpo, niente...
Giorgio Gaber