Venivamo dal mare
Con: Lucia Sardo, Dino Rubino, Gioacchino Cappelli
Concerto per voce pianoforte e pupi
di e con Lucia Sardo, Dino Rubino e Gioacchino Cappelli
Lo spettacolo/concerto racconta i matrimoni per procura degli anni ’20. Racconta il rito, la partenza, il viaggio e l’arrivo in queste terre lontane delle spose per procura, donne giovanissime che, negli anni lasciavano la loro terra e andavano in America per vivere con l’uomo che avevano sposato sulla carta. Dopo trenta giorni
di viaggio lungo l’oceano, sbarcavano a Ellis Island, e molte di loro, appena mettevano piede sulla banchina, capivano veramente il destino cui erano state consegnate: vedevano con i loro occhi una sorte poco divina e fin troppo umana...
Lo spettacolo/concerto vuole anche svelare la vita delle altre siciliane, donne tormentate dalla fame e dalla guerra, che sono state assegnate “sposate con la frode” e obbligate a legarsi per sempre a uomini che avevano visto solo in una fotografia che raramente corrispondeva alla realtà. Un fenomeno è ancora attualissimo, basti pensare alle spose bambine nelle varie etnie dei migranti di oggi. Nello spettacolo si incrociano le storie di alcune donne che raccontano pezzi della loro storia, brandelli di vita ascoltati o immaginati e personaggi iconici e drammaticamente contemporanei: Annaluna, la curandera; Rosa, la sposa bambina; Maria, la muta; Iolanda, la fuggitiva; Gina, l’orfana felice; Giovanni Capra, il faccendiere; Ninuzzu, il candido.
Con: Lucia Sardo, Dino Rubino, Gioacchino Cappelli
Concerto per voce pianoforte e pupi
di e con Lucia Sardo, Dino Rubino e Gioacchino Cappelli
Lo spettacolo/concerto racconta i matrimoni per procura degli anni ’20. Racconta il rito, la partenza, il viaggio e l’arrivo in queste terre lontane delle spose per procura, donne giovanissime che, negli anni lasciavano la loro terra e andavano in America per vivere con l’uomo che avevano sposato sulla carta. Dopo trenta giorni
di viaggio lungo l’oceano, sbarcavano a Ellis Island, e molte di loro, appena mettevano piede sulla banchina, capivano veramente il destino cui erano state consegnate: vedevano con i loro occhi una sorte poco divina e fin troppo umana...
Lo spettacolo/concerto vuole anche svelare la vita delle altre siciliane, donne tormentate dalla fame e dalla guerra, che sono state assegnate “sposate con la frode” e obbligate a legarsi per sempre a uomini che avevano visto solo in una fotografia che raramente corrispondeva alla realtà. Un fenomeno è ancora attualissimo, basti pensare alle spose bambine nelle varie etnie dei migranti di oggi. Nello spettacolo si incrociano le storie di alcune donne che raccontano pezzi della loro storia, brandelli di vita ascoltati o immaginati e personaggi iconici e drammaticamente contemporanei: Annaluna, la curandera; Rosa, la sposa bambina; Maria, la muta; Iolanda, la fuggitiva; Gina, l’orfana felice; Giovanni Capra, il faccendiere; Ninuzzu, il candido.